Consolidamento fondazioni con resine espandenti
Il consolidamento fondazioni con resine espandenti viene definito a tutt’oggi una tecnica innovativa. In realtà l’impiego di questo sistema vanta ormai oltre 20 anni di storia e soprattutto i materiali impiegati sono testati per durabilità nel terreno da molti più anni, visto che non sono nati per questa applicazione ma hanno moltissimi impieghi in edilizia e non.
E’ vero però che esistono pochi dati tecnici e poche pubblicazioni scientifiche sull’argomento. In questo articolo riporto molto sinteticamente quelli che ritengo gli aspetti più importanti dal punto di vista pratico e teorico.
Come funziona il consolidamento delle fondazioni con resine espandenti?
Il sistema si basa sull’impiego di resine bi-componenti poliuretaniche che vengono iniettate nel terreno al di sotto delle fondazioni e che sono efficaci per ottenere:
- riempimento dei vuoti;
- incremento delle caratteristiche geomeccaniche del terreno;
- impermeabilizzazione e isolamento;
- riattivazione di tutti i punti della fondazione.
- il rigonfiamento genera un incremento delle pressioni orizzontali e verticali in regime elasto plastico nel terreno al di sotto dell’impronta fondale;
- l’elevato valore incrementale di pressione comporta la rottura del materiale di fondazione, con la generazione di un reticolo di superfici di taglio lungo le quali avviene, almeno parzialmente, dissipazione delle pressioni neutre;
- il materiale subisce così una diminuzione dell’indice dei vuoti, un incremento dei valori di resistenza al taglio (le superfici di taglio vengono riempite di resina solidificata) ed un aumento dei parametri elastici con conseguente diminuzione della compressibilità;
- nell’interfaccia fondazione-terreno i punti scaricati della fondazione vengono riattivati dalla resina solidificata ed i vuoti e le cavità riempite.