Fondazioni a platea: evitano sempre cedimenti e crepe nei muri?
Le fondazioni a platea vengono spesso chiamate a piastra o in gergo “a zattera”. La platea propriamente detta è un’armatura in acciaio di dimensioni importanti.
La fondazione a platea è un corpo in cemento armato la cui prioritaria funzione è quella di scaricare il peso dell’edificio sul sottosuolo e di tenerlo separato dall’umidità del terreno stesso. Si tratta di un sistema veloce da implementare, che permette di distribuire i carichi in maniera omogenea anche sui terreni più difficili. Di solito viene apprezzata siccome richiede molto acciaio e calcestruzzo, ma poca manodopera.
Cosa sono le fondazioni a platea?
Le fondazioni a platea sono un tipo di fondazione superficiale costituita da un unico parallelepipedo di dimensioni sufficienti a sostenere tutta la sagoma dell’edificio. Viene realizzata in calcestruzzo armato con spessore variabile tra i 40 ed i 100 cm, in funzione dei carichi che dovrà sostenere e delle caratteristiche del terreno. Le platee, grazie alla propria rigidità, rendono minimo il rischio di cedimenti. Tuttavia bisogna fare attenzione all’eventuale presenza di strati del terreno cedevoli in profondità, in quanto potrebbero intaccare la stabilità della platea.
Le fondazioni a platea rappresentano una scelta progettuale molto diffusa negli ultimi decenni. La piastra è giustamente considerata una delle tipologie fondali più indicate per contrastare il problema dei cedimenti differenziali e delle crepe nei muri. In quanto la superficie a contatto con il suolo è molto alta, la pressione esercitata sul terreno è minima, perciò è consigliato in quei casi nei quali il terreno non può reggere forti pressioni. Inoltre è molto vantaggiosa per ostacolare le infiltrazioni e le sovrappressioni d’acqua.
A cosa servono le fondazioni a platea?
Le fondazioni fungono da interfaccia tra l’edificio e il terreno. Il peso dei solai passa attraverso murature e pilastri per raggiungere le fondazioni. Qui il carico si esercita sul terreno producendo una pressione a carico di quest’ultima. La compattezza e la resistenza opportuna delle fondazioni dipende dalle caratteristiche del terreno in questione.
Fondazioni a platea: perché servirsene?
Quali sono le motivazioni per cui viene considerata l’arma vincente contro i dissesti legati a terreni scadenti e cedevoli?
- la superficie di appoggio è nettamente maggiore rispetto a fondazioni continue su trave o isolate su plinti
- conseguentemente il carico è distribuito maggiormente e risultano sempre pressioni molto basse, adeguate anche a terreni molto scadenti e compressibili
- se correttamente dimensionata e armata, consente anche in presenza di cedimenti importanti, alla struttura di muoversi tutta assieme in modo monolitico.
Nonostante, per i motivi suddetti, la platea sia spesso un’ottima soluzione per fondazioni su terreni argillosi o comunque scadenti, non rappresenta una “medicina” sicura al 100%.
Bisogna infatti eseguire attente valutazioni del terreno: se la platea è molto ampia potrebbe interessare terreni differenti dalla diversa composizione e resistenza.
Come mai anche strutture su platea si fessurano e mostrano crepe sui muri?
Fondazioni a platea: le cause dei cedimenti
I motivi e le cause dei cedimenti delle fondazioni possono essere diversi, alcuni connesse con condizioni geologiche particolari ed altre legate a errori di costruzione o imperizia. Ecco alcune situazioni che per esperienza possono verificarsi.
Corpi aggiunti
Spesso vengono realizzati corpi aggiunti fondati su platee, in appoggio a edifici più antichi. Se la platea manifesta un cedimento dovuto alla compattazione del terreno sollecitato dai nuovi carichi, può succedere che la struttura nuova tenda a staccarsi da quella più antica. Si generano così classiche lesioni verticali di giunto tra i due corpi. In questo caso la platea svolge la sua funzione e il corpo cede senza rompersi, in modo monolitico.
Entro certi limiti la piccola crepa è in questi casi fisiologica ma a livelli maggiori crea problemi e inestetismi anche in presenza di giunto tecnico tra le parti.
Perché la platea cede nonostante i carichi al centimetro quadrato molto bassi? i motivi possono essere almeno due:
- il piano di imposta della platea è troppo superficiale: in presenza di terreni argillosi, il ritiro stagionale dovuto ad essiccamento può determinare cedimenti assoluti o differenziali con inclinazione della struttura;
- il terreno è molto compressibile per spessori e fino a profondità elevate: la platea distribuisce i carichi anche in profondità interessando volumi di terreno molto superiori a una fondazione continua, se questi volumi sono molto scadenti fino a profondità elevate i cedimenti possono essere elevati anche per carichi minimi (situazione che si verifica spesso nella bassa pianura alluvionale padana).
Deformazioni e rotture della platea
Questa situazione si verifica quando la platea non è sufficientemente rigida o mal realizzata. In questi casi il cedimento differenziale, dovuto ad esempio a una delle cause sopra descritte, genera deformazioni superiori a quelle che la piastra può sopportare. Ciò determina flessioni che magari non arrivano a rompere la fondazione ma creano comunque crepe nei muri dell’edificio.
In altri casi, se la platea non è sufficientemente armata, si può arrivare alla rottura vera e propria con fessurazioni visibili anche sulle pavimentazioni del livello più basso del fabbricato.
I nostri tecnici sono a disposizione per valutare e proporre soluzioni a ogni tipo di dissesto dovuto a cedimento dei terreni e delle fondazioni. Nelle nostre case history troverai vari esempi di consolidamento fondazioni!
Cristian Setti
Geologo