Crepe nei muri causate da terreno argilloso – perché?
Crepe nei muri e terreno argilloso sono un binomio molto familiare per chi come noi si occupa di consolidamento delle fondazioni. Ma perché?
Terreno argilloso e crepe che respirano!
Mi occupo di consolidamento dei terreni e delle fondazioni dal 2000. La problematica più frequente per la quale sono stato contattato è strettamente legata alle argille. Si tratta sostanzialmente di un dissesto legato al ritiro dei terreni argillosi in fase di essiccamento. Le argille infatti sono terreni composti da minerali che subiscono ritiri e rigonfiamenti in funzione dell’umidità e dell’acqua che perdono o che assorbono. Questo fenomeno può essere più o meno accentuato in funzione del tipo di argilla. Inoltre può interessare spessori di terreno variabili a partire dalla superficie e andando via via in profondità. Lo strato che risente di questo fenomeno e quindi in perenne movimento, è detto parte attiva. In annate particolarmente siccitose (come spesso capita negli ultimi anni) lo spessore interessato può superare i 3-4 metri di profondità.
Il comportamento sopra descritto porta molte problematiche sui fabbricati che hanno principalmente 2 caratteristiche:
- edifici con piano di appoggio delle fondazioni molto superficiale
- edifici privi di fondazioni o comunque con fondazioni non rigide.
L’accoppiata delle due condizioni è la condizione peggiore in quanto la struttura risulta appoggiata sullo strato di terreno attivo e non ha fondazioni in grado di assorbire le deformazioni del terreno in modo adeguato. E’ abbastanza intuitivo che molte delle nostre case meno recenti ricadono in questa casistica, soprattutto nella zona appenninica e pre – appenninica caratterizzata da colline argillose.
Ci possono poi essere fattori che contribuiscono a peggiorare il quadro descritto portando spesso a cedimenti notevoli e talora molto rapidi. Ad esempio edifici che hanno una parte interrata e una parte non interrata e quindi più sensibile al problema. In questi casi il cedimento differenziale tra le due parti di edificio è spesso più accentuato.
Il periodo in cui di solito avviene il peggioramento è quello estivo e autunnale. Infatti i terreni dopo la stagione asciutta e calda raggiungo il massimo essiccamento normalmente in settembre – ottobre. In questo periodo le crepe tendono a comparire e ad aprirsi maggiormente. Poi con l’arrivo delle piogge ed il recupero dell’umidità spesso si ha una stabilizzazione temporanea. A volte succede anche che le crepe dopo un inverno o una primavera piovosa si richiudano quasi completamente. E’ per questo fenomeno che si parla di “crepe che respirano”. Il miglioramento è ovviamente temporaneo e destinato a svanire con la successiva stagione secca!
In questi casi le metodologie di intervento possono essere diverse. Una delle più moderne e con un ottimo rapporto costi – risultati e soprattutto una bassa invasività, è il consolidamento con iniezione di resine espandenti a densità differenziata.
Per maggiori informazioni il nostro staff di tecnici è disponibile per consulenze e sopralluoghi gratuiti. Contattaci!
Cristian Setti
Geologo